Ascani: “Tutti facciano un passo indietro.”

«Mi auguro che il caso-Ilva si risolva al più presto, perché coinvolge più di 50mila lavoratori, se consideriamo anche l’indotto. Credo che la politica dovrebbe fare un passo indietro, avendo come unico interesse la salvaguardia dei posti di lavoro. Questo deve essere l’obiettivo del governo, ma anche di tutte le forze politiche. Nessuno pensi di lucrare voti sulla pelle dei lavoratori. E Salvini si ricordi che questo problema è stato generato dal governo dove c’era anche lui». In viaggio da Amatrice, dove ha inaugurato l’istituto omnicomprensivo di San Cipriano, intitolato a Sergio Marchionne e realizzato con il contributo della Ferrari, la vice-ministra all’Istruzione e vice-presidente del Pd, Anna Ascani, fa il punto anche sul “caso” che sta mettendo in agitazione il governo. Già in fibrillazione dopo le elezioni regionali in Umbria, stravinte dal centro-destra.

Questo voto ha dato un colpo all’alleanza Pd-M5s: la maggioranza reggerà alla tornata in Emilia-Romagna?

Da umbra, dico che le elezioni regionali le abbiamo perse molto prima dell’alleanza con il M5s. Personalmente, sono contraria alle fusioni a freddo tra i partiti, come semplice sommatoria di voti. Le alleanze, semmai, si fanno a valle di un progetto politico, di un ragionamento condiviso circa il tipo di regione che vogliamo costruire. E in Emilia Romagna, tutto ciò non può prescindere dalla candidatura di Stefano Bonaccini.

Parliamo di scuola. Da più parti, ieri anche dalla Cisl, si dice che nella legge di bilancio ci sono «impegni disattesi e promesse non mantenute». Quali misure avete previsto?

Ci batteremo in Parlamento per trovare nuove risorse, ma non è vero che nella legge di bilancio non c’è nulla per la scuola. C’è 1 miliardo e mezzo per il rinnovo dei contratti e non mi pare poco. Ci sono risorse per l’inclusione, per i dirigenti scolastici e il diritto allo studio. Abbiamo previsto investimenti green perché le nostre scuole sono un “colabrodo energetico”. Poi ci sono gli asili nido gratuiti.

Su quali capitoli, invece, si deve investire di più?

Il Fondo di funzionamento delle scuole deve essere aumentato, così come stiamo lavorando al potenziamento delle scuole dell’infanzia.

Che cosa è previsto sull’edilizia scolastica?

Fin da subito, abbiamo riattivato l’Osservatorio, che da un anno non veniva riunito e costituito la task force con 60 esperti operativi sul territorio. Abbiamo anche dato più risorse alle amministrazioni locali, introducendo un principio importante: se saranno inadempienti, il Miur potrà subentrare, per non far rallentare i lavori.

Tra pochi mesi saranno vent’anni della legge 62 del 2000 sulla parità scolastica: che cosa è previsto per questa “gamba” del sistema nazionale di istruzione?

Avrò anche la delega sulla parità e quindi mi confronterò con queste scuole. Che facciano un lavoro egregio e che offrano una formazione di qualità, l’ha confermato anche una recente indagine del Ministero. Bisogna distinguere le scuole che funzionano bene dai diplomifici. Lavoreremo mettendo da parte l’ideologia e riconoscendo il fatto che in tanti territori le scuole paritarie garantiscono servizi che altrimenti non ci sarebbero. Come nel caso delle scuole materne.

Capitolo Università. L’Italia staziona, ormai da anni, in coda alle classifiche internazionali per numero di laureati. Come migliorare?

Per esempio, investendo, come abbiamo fatto, 16 milioni nelle borse di studio e aumentando il fondo nazionale per il diritto allo studio, per frenare un fenomeno poco conosciuto e raccontato, ma non per questo meno grave: la dispersione universitaria. E qui serve un cambio di passo, per migliorare il collegamento tra la scuola e l’università. Vero anello debole del sistema, che produce ancora troppi abbandoni.