INVESTIRE INNOVANDO E’ UN ATTO POLITICO. Il mio intervento su Il Sole 24 Ore.

 

Il Ministero dello Sviluppo economico considera fondamentale una forte azione pubblica sul digitale e sulle telecomunicazioni, in quanto intimamente connessi con lo sviluppo del Paese. L’obiettivo non è tornare a quel che c’era prima della crisi pandemica, ma un nuovo modello di sviluppo che sia, seguendo i pilastri del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), ambientalmente sostenibile, tecnicamente innovativo e socialmente inclusivo.

Tra le iniziative concrete che stiamo portando avanti c’è sicuramente la liberazione della “banda 700” dai servizi televisivi per l’assegnazione ai servizi 5G, da completare entro giugno 2022. Per preparare al meglio il passaggio alla nuova tecnologia abbiamo impresso una decisa accelerazione alle procedure e stiamo lavorando alla concretizzazione del Bonus TV, la misura di sostegno dedicata alle famiglie per il cambio dell’apparecchio televisivo, e a una campagna di comunicazione capillare per informare al meglio i cittadini.

Per quanto concerne il settore dei servizi media audiovisivi, siamo impegnati nell’attività di trasposizione della direttiva UE. Il nuovo quadro di regole si applicherà alle trasmissioni televisive tradizionali così come ai servizi di media audiovisivi on demand, con un’attenzione particolare alle misure di protezione dei minori, di controllo sui discorsi di odio e di rispetto delle norme qualitative sulla pubblicità, anche con riferimento all’uso dei dati personali per target advertising.

Il Codice delle comunicazioni elettroniche è l’altra fondamentale direttiva europea in corso di trasposizione nell’ordinamento nazionale che pone, per la prima volta, lo sviluppo di reti ad altissima capacità come un obiettivo regolatorio primario, al pari dello sviluppo delle corrette dinamiche concorrenziali e della tutela degli utenti. In questo contesto di evoluzione tecnologica, economica e sociale, è evidente come le reti di comunicazione elettronica rappresentino la spina dorsale su cui passeranno la maggior parte dei servizi. Per questo motivo vogliamo assicurare banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese, attuando, insieme con il Ministro per l’Innovazione e la Transizione Digitale, le misure previste nel PNRR ed in particolare il piano “Italia a 1 Giga”, per la rete fissa, ed “Italia 5G”, per le reti mobili.

A questo proposito, Infratel ha avviato una consultazione pubblica, finalizzata all’aggiornamento della mappatura delle reti fisse a banda ultra- larga. L’attività di mappatura si chiuderà il 15 giugno e sarà propedeutica non solo ad individuare le aree in cui sarà necessario un intervento di finanziamento pubblico, ma anche a decidere quale modello di intervento sarà più efficace, anche al fine di evitare una inefficiente duplicazione delle infrastrutture. Inoltre, stiamo avviando, per la prima volta la mappatura dello stato di diffusione e copertura delle reti mobili 4G e 5G, che tenga conto anche degli obblighi già assunti dai licenziatari, consapevoli che rete fissa e rete mobile sono caratterizzate da diversi costi e rischi di investimento e da una diversa estensione delle aree in cui si manifestano fallimenti di mercato e che neutralità tecnologica non significa e non può significare indifferenza tecnologica. Colmare il divario digitale rappresenta per noi non solo un obiettivo di politica industriale, ma anche uno strumento di inclusione sociale. Per questo siamo impegnati nel rafforzamento e nella ridefinizione del “piano voucher per la connettività” a sostegno della domanda, che nella seconda fase sarà orientato al superamento delle problematicità attuative emerse.

L’investimento in innovazione e nelle telecomunicazioni è un vero e proprio atto politico, orientato a rafforzare la competitività, a diffondere le competenze, a sostenere la ricerca ed il trasferimento tecnologico ma anche e, vorrei dire, soprattutto a ridurre le diseguaglianze e dare a tutti – persone e imprese – pari opportunità di mettere a leva i propri talenti e le proprie qualità.