Il documento che abbiamo elaborato, insieme ai gruppi di lavoro, dopo un anno di Energia Democratica.
La crisi Covid sta facendo emergere tutte le fragilità di un paese, l’Italia, dalle grandi potenzialità: da un’economia e un sistema fermi ma “rassicuranti”, dall’altro il voler davvero provare a innovare e guardare al futuro.
Questo documento che Edem ha costruito in un anno di lavoro con le competenze di tante persone di ogni parte del Paese, esperti e semplici cittadini, vuole essere un contributo vero e concreto di idee e proposte per un NUOVO PATTO DI LEGISLATURA che deve rilanciare ed integrare i 29 punti che portarono un anno e mezzo fa alla formazione del Governo Conte, nella consapevolezza che tante cose buone sono state fatte, ma che molte cose sono rimaste indietro e sono da fare.
Accogliendo quindi la sollecitazione del Segretario Nicola Zingaretti rilanciamo una visione riformista nel Partito Democratico, nel governo e nel Paese che possa trasformare questa crisi profonda fatta di malattia, drammi, incertezze e angoscia in un momento di profonda trasformazione, che serva al paese a rompere quei meccanismi all’apparenza inscalfibili che ci zavorrano da decenni e non ci permettono di crescere.
Per farlo, per poter gestire questa grande opportunità che l’Europa ci consegna con le tante risorse messe a disposizione, necessitiamo di un progetto basato su un’idea di trasformazione profonda radicata nella consapevolezza che un paese cresce se sa evolversi attraverso una spinta riformista europea che focalizza la necessità di eliminare le disparità sociali non con l’assistenzialismo ma attraverso politiche di crescita e di impresa, investendo risorse nell’innovazione e nella ricerca, nella formazione continua e nell’economia verde, aggiustando una per una le iniquità e le storture che questo paese ancora presenta.
Abbiamo un appuntamento con la storia ed è nostro obbligo non sprecarlo.
Proposte in tema di “Strategie Italia – Europa”
Il MES rappresenta una linea di credito fondamentale sia per l’emergenza sia per il rafforzamento a lungo termine del nostro sistema sanitario e alla ricerca.
Fare della lotta all’evasione fiscale una priorità perché maggiore entrate uguale meno tasse per tutti, per questo proponiamo la creazione di una polizia fiscale dedicata, un inasprimento delle pene, la creazione di un “data mining”, facilitare la detrazione delle spese per incentivare il cittadino a fare emergere il sommerso e istituire la pratica del “name and shame” oltre una certa soglia di evasione.
La creazione di un salario minimo Europeo, che contenga le garanzia necessarie al lavoratore uguali in tutti i paesi, focalizzando una quantificazione corretta ( più vicina alla proposta italiana di 9 euro l’ora ) e parallelamente incentivare le aziende attraverso sgravi fiscali per facilitare l’emersione del lavoro nero, specificando soglie diverse per l’apprendistato o il lavoro giovanile.
Regolamentazione Europea dello smart-working, perché a livello legale, fiscale e contributivo esistono alcuni problemi come il conflitto fiscale tra sede fisica dell’azienda e sede operativa, gli iter legislativi del lavoratore smart di un’azienda che ha sede in un altro Stato, e molti altri: per questo è necessario un articolato regolamento europeo
Proposte in tema di “Giustizia e Sicurezza”
L’emergenza dovuta alla pandemia “Covid 19” ha messo a dura prova il comparto giustizia, facendo emergere grandi difficoltà, forse troppe. Per questo riteniamo alla luce di quanto successo che di meglio e di più si sarebbe potuto fare (e si deve fare), per garantire quegli standard di qualità, efficienza ed efficacia del servizio giustizia, ancora troppo lontani da quelli auspicabili.
Nel ramo della giustizia civile è necessario implementare il processo civile telematico, uniformare le piattaforme di gestione dei procedimenti e incentivare pagamenti elettronici. Va resa effettiva la calendarizzazione del processo civile e si deve rendere possibile l’udienza a trattazione scritta. Inoltre crediamo che i tempi siano maturi anche per attribuire agli avvocati ulteriori prerogative, come avvenuto in passato per le notifiche in proprio, con l’obiettivo di una maggiore efficienza del sistema, ad esempio in materia di ingiunzione di pagamento di importo limitato in materia esecutiva, in tema di ricerca telematica dei beni da pignorare e di notifica del pignoramento immobiliare e presso terzi. Va ripensata e limitata l’obbligatorietà delle procedure di mediazione e negoziazione assistita, che vanno ulteriormente incentivate sul piano fiscale e introdotte in materia di separazione e rapporti tra i coniugi e con i figli. L’esperienza assolutamente positiva delle sezioni specializzate in materia d’impresa suggerisce che sia opportuno prevedere una giurisdizione specializzata anche in questa ultima materia, con la partecipazione di soggetti esperti, che contribuiscano alla migliore “gestione” della crisi dei rapporti familiari.
Nel processo penale non ci può essere alcun arretramento nei riguardi delle garanzie costituzionali ad un giusto processo ed alla sua durata ragionevole. Ma va reso strutturale il deposito di tutti gli atti delle parti in forma telematica, digitalizzando l’intero processo penale. Vanno rafforzati, in chiave deflattiva, i poteri del Giudice dell’Udienza Preliminare e vanno anche rafforzati i riti alternativi al dibattimento ordinario, soprattutto del rito abbreviato. Va pensata una riduzione della pena maggiore per il patteggiamento che per l’abbreviato (attualmente pari a 1/3 per entrambi i riti), a meno che non si voglia concretamente “abbandonare” tale istituto, anche perché solo rivitalizzando i riti alternativi si potrà garantire il migliore funzionamento del rito ordinario. Va avviata una seria e profonda riflessione, a tal proposito, sulla necessità della separazione delle carriere magistratuali. Servono scelte di politica criminale volte a depenalizzazione di figure di reato di minore allarme sociale, favorendo condotte riparative e percorsi rieducativi per condannati e imputati, percorrendo più coraggiosamente la strada della rieducazione, che resta principio e precetto costituzionale. È necessario migliorare le condizioni dei penitenziari, implementando ulteriormente gli istituti e l’organizzazione dell’esecuzione esterna al carcere, pensando a percorsi rieducativi che prevedano anche la possibilità del contatto con le vittime. Lo Stato ha il dovere e soprattutto l’interesse che la condanna non sia solo una punizione, ma anche un’occasione di recupero del condannato.
Nel ramo della giustizia amministrativa è necessario regolamentare e rendere ordinari gli strumenti di trattazione scritta e passaggio in decisione introdotti con il D.l. 28/2020 e da ultimo dal D.l. 137/2020 nel processo amministrativo telematico, rendendo strutturale l’udienza a trattazione scritta. Parimenti è necessario introdurre l’obbligo di pagamento telematico del contributo unificato con un meccanismo analogo a quello adottato per il processo civile telematico.
L’accesso alla professione va meglio regolato, riadattando e aggiornando l’esame di abilitazione rispetto all’effettiva verifica delle competenze del candidato, tramite la previsione di criteri di valutazione certi e trasparenti nonché dando maggior spazio alla stesura degli atti giudiziari, ad oggi relegati sullo sfondo dell’esame, nonché infine, garantendo tempi più celeri tanto per la correzione delle prove scritte quanto per lo svolgimento delle prove.
Vanno individuati strumenti che garantiscano l’effettivo equo compenso in favore dei professionisti (non solo per gli avvocati, ma per tutte le professioni intellettuali) soprattutto da parte dei grandi gruppi bancari e assicurativi e delle PPAA. Il professionista, in generale, oggi vede fortemente minacciata l’effettività del proprio diritto al compenso anche a causa di un sistema che non garantisce tutele in tempi ragionevoli. A tal proposito va proposta una modifica al codice di rito: all’articolo 642 cpc, va aggiunto il comma 1 bis: “Il giudice concede l’esecuzione provvisoria anche nei casi di cui ai nn. 2 e 3 dell’art. 633”.
Proposte in tema di “Infrastrutture e Trasporti”
È fondamentale la capacità politica di attivare efficaci investimenti nazionali ed Europei anticiclici in grado di guidare le aziende private e i cittadini verso la più rapida ripartenza. In particolare, l’Italia deve essere pronta a raccogliere la sfida e l’opportunità offerta dal programma europeo Next Generation Fund sviluppando poche ma importanti riforme strutturali attraversi grandi progetti di investimento. Le aree prioritarie dove investire sono la rigenerazione urbana, la resilienza del territorio, il trasporto persone e merci a lungo raggio e il trasporto persone a corto raggio attraverso il sistema del TPL nelle sue varie declinazioni.
Le risorse inserite nel piano Italia veloce 2020, unite alle risorse in arrivo con i Recovery Fund, possono essere sufficienti per guidare una transizione del paese verso gli obiettivi.
Il primo obiettivo è quello dell’efficienza: i progetti già iniziati devono andare in fondo, prioritariamente rispetto a tutto il resto. Per questo, dobbiamo porre massima attenzione nel controllo delle operazioni soprattutto per quelle considerate strategiche e, in tal senso, si ritiene che l’utilizzo dello strumento del commissariamento (almeno per le opere ritenute assolutamente prioritarie) produrrà benefici effetti in termini di chiara assunzione di responsabilità verso i territori coinvolti.
In tema portuale, va perseguita la politica di efficientamento e potenziamento dei servizi offerti valorizzando sia la vocazione sia la specializzazione dei porti italiani che potrebbero essere ulteriormente accorpati una volta che vengano ben raccordati da un punto di vista del transito veloce delle merci in arrivo e in partenza. Implementare la “digitalizzazione” integrandola con i servizi che i privati stanno già portando nel settore. Fondamentale sarà investire attraverso ANAS sulle infrastrutture “minori” ma vitali per il paese.
Un tema centrale è quello di mantenere un adeguato controllo e garantire un ottimale funzionamento di alcuni asset strategici per la nostra nazione, tra cui rientrano i trasporti aerei, i trasporti autostradali e la rete digitale, magari pensando a una rete di collegamenti punto a punto connessa agli hub dell’AV ferroviaria per permettere da un lato al cittadino di muoversi rapidamente su direttrici ad alta capacità, dall’altro di valorizzare il più possibile gli attuali aeroporti italiani attraverso un “orario unico” sul trasporto veloce.
Sul settore del trasporto aereo, va finalizzato il percorso parlamentare di riforma sulla natura giuridica di ENAC. È infatti urgente che il governo adotti misure per garantire la piena funzionalità dell’ente con la creazione di nuovi posti di lavoro altamente qualificati. Sul tema ASPI vanno ribadite rigorose considerazioni di tipo manageriale (applicabili anche al caso ITA) come precondizioni all’ingresso di CdP in un’ottica di gestione economica sostenibile e vantaggiosa per la comunità. In tema di banda ultra-larga va perseguito e velocizzato l’attuale piano nazionale banda ultra-larga del MiSE come pure facilitato il processo di introduzione del 5G che vede l’Italia, almeno per una volta, campione in Europa
In generale, si ritiene che esistano in Italia grandi gruppi a guida governativa che dispongono di una rete di aziende con grandi asset patrimoniali e competenze tecniche (es. FS SISTEMI URBANI, FS BUS Italia, Leonardo Aerospazio) che devono essere allineate per favorire lo sviluppo sostenibile e l’innovazione di cui abbiamo bisogno.
Concludiamo con un tema trasversale, ma essenziale, alla realizzazione delle opere infrastrutturali che è quello delle semplificazioni amministrative, che vanno dal Testo unico per l’edilizia alle leggi urbanistiche territoriali, ai codici degli appalti etc. che devono essere resi omogenei e semplificati, anche utilizzando di questi mesi emergenziali per capire l’efficacia delle semplificazioni rispetto ai risultati ottenuti.
In questo percorso di transizione lo Stato dovrà accompagnare il processo di trasformazione dei mestieri mediante il giusto bilanciamento delle operazioni infrastrutturali in modo da salvaguardare la dignità di ogni lavoratore. In sintesi, bisognerà concepire, progettare, ammodernare e/o realizzare in modo efficiente ed efficace gli interventi infrastrutturali, all’interno di un sistema di regole chiare e condivise, che permettano tempi certi, ma al tempo stesso permettano l’ampia partecipazione e il rispetto dei principi fondamentali della trasparenza e sostenibilità.
Proposte in tema di “Istruzione e Università”
La Scuola e l’Università costituiscono il motore di un paese, i cui carburanti sono la conoscenza, l’informazione, l’innovazione. Sono i pilastri sui quali si fonda lo sviluppo sociale, culturale ed economico della società moderna.
I PASSI PER LA SCUOLA
Patto educativo di comunità. Istituzione di un patto strutturato tra enti locali, istituti scolastici e famiglie che si articoli su vari fronti perché la scuola deve essere parte integrante del tessuto sociale di ogni comunità. Fra i punti che devono entrare nel patto, sia nel periodo contingente sia al ritorno alla normalità, ci sono l’Individuazione degli spazi, anche extrascolastici in cui mantenere distanze ottimali di convivenza, la creazione di progetti educativi coinvolgendo le realtà locali, il coinvolgimento di enti locali e aziende per costruire percorsi di alternanza scuola-lavoro non a fini economici ma di competenze e crescita dei cittadino, la progettazione di orari dei trasporti pubblici adeguati con particolare attenzione alla mobilità dolce, l’aumento dei posti nei nidi e nelle suole d’infanzia.
Nuove modalità educative. Raccogliere le migliori idee del miglior pensiero pedagogico italiano (ad.es. INDIRE, Reggio Children, Istituto degl’Innocenti) diffondendo e mettendo a sistema l’utilizzo delle risorse e dei canali comunicativi internazionali messi a disposizione da European Schoolnet. Ciascuna di queste modalità può essere il cuore di altrettante sperimentazioni per sostenere e rendere possibile nell’immediato la ripresa dopo l’emergenza, riprogettando le linee di indirizzo e gli obiettivi didattici offrendo in tutti gli ordini di scuola l’educazione musicale, l’educazione civica, l’educazione ambientale anche utilizzando altri spazi per le attività didattiche.
Abbattere la dispersione scolastica. Incidere sul fenomeno della dispersione scolastica e del mancato accesso all’istruzione nella scuola secondaria di secondo grado con un piano capillare di monitoraggio sul territorio attraverso la formazione di docenti e attivazione di programmi di recupero ad hoc.
Piano per la Scuola. L’utilizzo delle tecnologie digitali deve essere considerato la normalità, non uno strumento per affrontare situazioni di emergenza.
Piano per l’edilizia scolastica. Aprire tutti i cantieri relativi, sia in termini di sicurezza sia di fruibilità di spazi più idonei all’apprendimento e più funzionali all’innovazione didattica.
Caro Diario…della scuola. Creare uno strumento che permetta ai dirigenti di segnalare le proprie necessità di infrastrutture, materiale e personale, in maniera continua e consultabile sia dal ministero che dagli enti locali.
Reclutamento e formazione. Ripensare tutto il percorso della professione docente. Risolvere i contenziosi e diminuire la fascia degli attuali docenti precari e applicare il percorso FIT del decreto collegato alla legge vigente. Procedere una volta per tutte con un’unica strada di reclutamento per concorso e titoli.
I PASSI PER L’UNIVERSITÀ E L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA MUSICALE E COREUTICA
Piano assunzione giovani ricercatori. Investire nelle università e enti di ricerca con un piano straordinario di assunzione di giovani ricercatori per arginare il fenomeno della fuga dei cervelli e del precariato.
Lotta al precariato nella ricerca. Attivare percorsi di stabilizzazione/assunzione tramite concorso del personale precario negli enti pubblici di ricerca. Ripensare al ruolo dei ricercatori a tempo determinato RTDA e RTDB in Università per accelerare la progressione di carriera e la relativa stabilizzazione.
Revisione della Abilitazione Scientifica Nazionale. Abolizione degli indicatori soglia necessari per la partecipazione alla ASN.
Nuove modalità didattiche. Ripensare a nuove e innovative modalità di erogazione della didattica e cogliere l’occasione per migliorarla a partire da una riflessione sull’attuale esperienza di DAD.
Piano lauree sanitarie. Aumentare il numero di posti nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, in Infermieristica e nelle Scuole di Specialità.
Piano di diritto allo studio. Riduzione delle tasse universitarie per l’a.a. 2020/21 per gli studenti in difficoltà economiche causa crisi Covid-19 e gli studenti fuori sede.
Riforma, Reclutamento e valorizzazione dell’AFAM. Dare seguito ai regolamenti attuativi della 508/99 e istituire direzione generale e il Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale (CNAM). Definire lo status giuridico del docente AFAM. Dare seguito al Decreto del Presidente della Repubblica 143 del 7 agosto 2019, con il quale viene adottato il “Regolamento recante le procedure e le modalità per la programmazione e il reclutamento del personale docente e del personale amministrativo e tecnico del comparto AFAM”, attivare il terzo livello di studi dell’AFAM, ossia il Diploma accademico di formazione alla ricerca. Stabilire una percentuale di finanziamenti nazionali destinati a progetti artistico-scientifici per l’AFAM, inserire nei programmi scolastici delle scuole secondarie di secondo grado l’insegnamento della storia della musica, come già avviene con l’educazione artistica.
Infine si ritiene, che vista l’esperienza di questi mesi e il dibattito che è emerso intorno alla scuola, sia necessaria una profonda riorganizzazione in tutti i settori, dai trasporti scolastici, all’organizzazione sanitaria in seno agli istituti, a una maggiore flessibilità del calendario didattico anche in DAD.
Crediamo sia importante la convocazione e la preparazione degli Stati Generali della Scuola e dell’Università per una riflessione di tutto il paese su questo tema fondamentale.
Proposte in tema di “Lavoro”
La connessione tra l’emergenza sanitaria (e la sua evoluzione) e le questioni economiche e del lavoro richiede una valutazione congiunta di questi aspetti. Dal punto di vista del lavoro e dell’economia, le azioni da mettere in campo subito o programmare per i prossimi mesi si articolano necessariamente in 3 fasi.
La prima fase riguarda gli interventi immediati e urgenti, soprattutto attraverso risorse da mettere in tasca ai cittadini, alle imprese e alle famiglie per tamponare i danni di questa epidemia e del blocco dell’economia ma anche attraverso la sburocratIzzazione degli iter.
La seconda fase riguarda l’immediato futuro, vale a dire i primi interventi di stabilizzazione e rilancio delle economie soprattutto sui territori. Liberare tutte le risorse disponibili, accantonate e non spese, come ad esempio i fondi del MISE per le opere pubbliche, i fondi Europei, e così tutti i fondi per infrastrutture e trasporti, cioè individuare tutte le risorse disponibili e spenderle subito, in urgenza e con iter semplificati (si pone, peraltro, il tema se scegliere il “modello Genova” oppure il “modello EXPO”), su infrastrutture fisiche e digitali. Creare quanto prima task force fra singole Regioni, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero degli Esteri, rappresentanti delle imprese e dei lavoratori. Questa crisi non ha precedenti nelle dimensioni e caratteristiche del blocco delle attività produttive e per ripartire dobbiamo finalmente tornare a “fare sistema”.
La terza fase deve programmare e pensare un rilancio vero, azioni strategiche, investimenti a forte valore aggiunto, nuovi comparti di sviluppo, nuove politiche sociali ed economiche. Individuare le filiere essenziali, scoprirne le debolezze e intervenire, incentivando i privati a investirci. Uno stato avanzato e industrializzato deve essere autosufficiente nelle filiere essenziali di produzione di dispositivi primari. Si tratta di promuovere la ricerca per creare sviluppo. Questa parola va declinata con fondi e risorse mai viste in questo Paese e con una sinergia nuova fra Stato, Regioni, Università ed imprese che possa finanziare i distretti di eccellenza già presenti in molte Regioni italiane e crearne di nuovi, in settori dove abbiamo già know-how, ma anche in nuovi comparti strategici per il futuro.
A tal proposito risulta interessante la proposta europea di implementare la filiera dell’Idrogeno nell’automotive,che permetterebbe di creare innovazione nella direzione di una transizione verde senza incidere troppo nella filiera dell’auto, che prendendo in via preferenziale solo quella elettrica farebbe perdere leadership tecnologica al paese e all’Europa (a favore soprattutto della Cina che detiene materie le prime ) oltre che perdere una enorme quantità di forza lavoro in termini di numeri e competenze.
Il cambiamento va accompagnato con formazione e misure atte a cambiare la cultura del lavoro e va ripresa in mano, anche attraverso un’efficace azione sulla qualità ed il ruolo dei centri per l’impiego, la gestione del mercato del lavoro proponendo una strategia per la formazione continua. Promuovere una maggiore collaborazione fra aziende e scuola anche potenziando l’alternanza scuola-lavoro.
Una nota infine la merita la questione eco-sismabonus: iniziativa lodevole e dal grande potenziale ma che rischia senza certezze di essere infruttuosa. Per rendere certi gli investimenti dobbiamo prorogare fin da subito la misura almeno al dicembre 2023 o se non fosse possibile per mancanza di copertura finanziaria, in attesa dei fondi europei, di modificare “in via transitoria” la dicitura “fine dei lavori” con la data di inizio dei lavori, o almeno all’erogazione del primo S.A.L, in modo da poter portare a termine i lavori iniziati entro l’anno venturo serenamente, senza il rischio di ritrovarsi a metà strada senza più la possibilità di accesso ai bonus
Proposte in tema di “Pubblica Amministrazione”
Parlare di Pubblica amministrazione significa parlare di una moltitudine di mondi diversi, attraversati da differenze enormi sul piano giuridico, organizzativo, di attività e di servizi erogati, di personale impiegato, di stato giuridico e trattamento economico. Alcuni aspetti da noi considerati urgenti sono la digitalizzazione della pubblica amministrazione, la formazione continua sia dei pubblici dipendenti ad ogni livello sia nel rapporto con la cittadinanza (senza più distinguere quella “attiva”, perché è compito dello Stato mantenere “attiva” tutta la popolazione) realizzando la revisione del codice dei contratti pubblici, la riforma dei sistemi di reclutamento, dei percorsi di carriera, del concetto e dei metodi di valutazione della prestazione e del merito continuando nella strada della trasparenza della PA.
È necessario richiamare con forza l’urgenza di nuove norme sul lavoro pubblico e non solo, che tengano conto di quella “zona grigia” a cavallo tra lavoro autonomo e lavoro subordinato con riferimento alle nuove modalità di organizzazione e alla proprietà dei mezzi di produzione che spesso si rinvengono nel caso di smart-working.
Un altro passaggio fondamentale imposto dalla stretta attualità della diffusione del lavoro agile è il passaggio al concetto di lavoro per obiettivi e risultati, che tante riforme della PA hanno provato a promuovere senza riuscirci. A tale scopo occorre che sempre di più la PA si doti di un sistema d’indicatori di prestazione che facilitino la misurazione dei risultati e svincolino l’esecuzione e il controllo della prestazione dal controllo del solo procedimento.
Proposte in tema di “Sanità e Welfare”
Dobbiamo avere il coraggio di intestarci una nuova riforma complessiva del SSN e non già una riforma fatta di piccoli aggiustamenti incrementali. Ci sono cinque pilastri che devono essere elementi essenziali per una riforma organica.
Riportare il SSN in capo allo Stato per garantire una sanità omogenea su tutto il territorio nazionale, indicando obiettivi e indirizzi regionali, e dare valore alla scelta dei direttori generali che devono essere “tecnici”.
Potenziare il SSN pubblico attraverso le scuole di specializzazione, l’organico medio, il sistema informativo dei dati sanitari, e la sorveglianza epidemiologica attraverso un tavolo permanente.
Migliorare l’utilizzo dei fondi per la sanità potenziando la medicina territoriale puntando su un’organizzazione territoriale più forte rivedendo le AFT, potenziando i distretti sanitari, e i servizi di assistenza domiciliare, facendo diventare i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali dipendenti del SSN, formando in modo specifico i medici di medicina generale facendola diventare una specializzazione a sé.Migliorare la digitalizzazione del fascicolo sanitario, realizzare l’integrazione Ospedale-territorio sul modello Emilia Romagna.
Orientamento delle Politiche Socio–Sanitarie, collocando la prevenzione al centro delle politiche, prevedere una nuova definizione di fragilità, portando le politiche attive il più avanti possibile, prevedendo nuove misure di welfare per l’invecchiamento e potenziando le azioni a supporto per la disabilità uscendo dalla logica del solo assistenzialismo.
Aggiornare velocemente il Piano sanitario nazionale (risalente al 2008), il programma nazionale di ricerca sanitaria (scaduto nel 2019), aggiornare il livello del personale sanitario allineandolo ai paesi europei (3,2 per 1000 abitanti contro i 6 della Francia e 8 della Germania) e quindi l’adozione piena ed integrata delle tante normative esistenti che vanno finalmente implementate, nel rispetto rigoroso e verificabile di obiettivi e cronoprogrammi.
Proposte in tema di “Covid19”
Due caratteristiche differenziano la seconda ondata dalla prima, almeno in Italia, e sono l’elevato numero di tamponi e l’omogeneità della pandemia in tutto il paese.
I territori più densamente popolati avendo più circolazione di persone e di mezzi hanno avuto maggiore crescita (a Milano come a Napoli) ma con due sistemi sanitari a supporto molto diversi, il che crea inevitabilmente forti differenze di risposta alla pressione sugli ospedali e sulle strutture di primo soccorso: per questo dobbiamo provare una strategia nuova, con un’alleanza tra medico e paziente che passa dall’assunzione di consapevolezza del paziente, non solo nell’uso della mascherina e sulla prevenzione, ma anche nell’aiutare direttamente a “tracciare” i contatti in modo autonomo e responsabile.
Un primo problema da parte sanitaria: il sistema di tracciamento deve essere organizzato nella maniera più efficace possibile. La congestione attuale di molti sistemi preposti alla diagnostica e la presenza di vicende surreali come quella d’intere famiglie che attendono per settimane in auto-quarantena il risultato di tamponi o addirittura di poter fare tamponi non aiuta in questa “alleanza” auspicata fra paziente e medico. La sorveglianza epidemiologica passa anche da un rapporto più rapido e sicuro fra paziente e medico, organizzando in modo più chiaro e veloce le tempistiche di tutte le situazioni e le variabili che incidono in questo quadro. L’esempio più eclatante è Immuni, la app pensata e realizzata come strumento di protezione e informazione nei confronti dei cittadini venuti a contatto con positivi. Immuni si è dimostrato uno strumento molto raffinato ma che lascia troppa aleatorietà nelle conseguenze relative a un contatto. Inoltre va sottolineato come incredibili problemi tecnici da parte delle autorità sanitarie e un frainteso appello all’etica dei cittadini ne hanno minato l’efficacia. La proposta è quella di renderla apettibile per i cittadini sottolineandone l’efficacia mediante un forte incentivo personale all’uso: si stabilisca e si organizzi in modo tale che chi scopre – tramite Immuni- di aver avuto un contatto con un positivo abbia, in tempi rapidi e certi, la possibilità di accedere ad un tampone molecolare, l’esame gratuito negli 1-2 gg immediatamente successivi alla segnalazione, a patto che il SSN (tramite il medico di famiglia o qualche altro tipo di riconoscimento) registri il processo .
Il secondo problema da sottolineare riguarda l’approccio sistemico del nostro paese alla sfida che ci ha lanciato SARS-CoV-2 e che altri agenti patogeni, o cambiamenti climatici, potrebbero lanciarci in futuro. A nostro parere, sia l’infrastruttura di ricerca e sviluppo del Paese (CNR, Università), sia le migliori menti negli ambiti della ricerca sperimentale e sociale dovrebbero essere maggiormente coinvolti nella battaglia in atto. Servono risorse, certo, ma ancora di più serve un piano strategico che attinga dalla presenza di infrastrutture di ricerca (appare incredibile il non coinvolgimento strutturale del CNR nel monitoraggio epidemiologico, sebbene sia poco chiaro se sia un problema condiviso tra mancato input delle istituzioni e scarso recepimento da parte dell’ente).
Si propone che l’Italia attinga al MES, e ne destini una quota significativa a ricerca negli ambiti descritti. La capacità di agire in sinergia con le agenzie di ricerca Europee, su bandi rapidi, è altrettanto fondamentale.
Si propone che il ministero dell’Università e della Ricerca, in accordo con quello della Funzione pubblica, attivi un processo di reclutamento su scala nazionale di risorse da destinare a una struttura nazionale cui contribuiscono molti enti (ad es: sulla falsariga dei Consorzi Interuniversitari e di Ricerca) e dotata di potere di spesa e di reclutamento. Si proceda alla formazione di questo Consorzio, in forma permanente, in cui “federalmente” tutti gli enti possano partecipare a patto di concorrere a obiettivi comuni. Si propone un coordinamento con le principali realtà economiche private, per stabilire protocolli rapidissimi di trasferimento tecnologico e spin-off. Tutti questi obiettivi non sono, si noti, legati specificamente a COVID19, ma sono modulari nella sfida ad altri pericoli per la salute pubblica, oltre a rappresentare un esercizio di leadership tecnologica.
Proposte in tema di “Sport”
“Lo Sport è qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata e non, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli.”
La crisi pandemica ha evidenziato tutte le contraddizioni e tutte le sottovalutazioni del valore dello sport in questo paese relegato troppo spesso al ruolo di hobby senza approfondire il reale valore della pratica sportiva, sia amatoriale sia professionistica. Da un lato, la scarsa consapevolezza della complessità, varietà, del valore economico e sociale del mondo dello Sport nel nostro Paese, relegato dalla politica a componente residuale nella lettura delle dinamiche sociali ed economiche, dall’altro la problematica ‘madre’, cioè la totale mancanza di pratica sportiva scolastica intesa come materia educativa centrale nel percorso formativo scolastico a partire dalla scuola primaria.
Per prima cosa va riportato lo sport nelle scuole, non come elemento accessorio, ma come elemento centrale di educazione e sviluppo dell’individuo, dalla scuola primaria alle superiori, incentivando la formazione di laureati in scienza motorie (ad oggi molto carente) per collocarli in modo più organico al centro della crescita nella formazione scolastica fin dai primi anni di età. Dobbiamo poi dar valore ai talenti che emergono, riuscendo a far crescere questi valori come avviene in molti altri paesi, facendo diventare lo sport attività curricolare, anche per quella non strettamente legata alle ore di lezione obbligatorie, mentre va valorizzata l’attività anche al di fuori dell’orario scolastico per eliminare questa disparità fra chi può permettersi un’attività fisica e chi no.
Dobbiamo agire sulle criticità che questo momento così difficile ha fatto emergere tramite una riforma organica che si occupi di migliorare l’efficacia dell’insegnamento sull’acquisizione e sviluppo competenze motorie dello studente, identificare talenti e di seguirli nel tempo, differenziare la proposta sportiva a livello scolastico, aumentare le ore curricolari dedicate e valorizzazione dei GSS, aumentare la qualità e quantità di personale qualificato legato alla formazione sportiva dei soggetti più fragili e nelle disabilità attraverso progetti personalizzati, migliorare e aumentare la quantità di strutture sportive scolastiche, costruire finalmente una proposta formativa nella fascia della scuola primaria e migliorarla in quella secondaria, valorizzare i campionati sportivi intra-scolastici ed inter-scolastici fino alle fasi nazionali, anche per gli alunni disabili, coordinare con il CONI e le rispettive federazioni la valorizzazione di talenti anche mediante borse di studio, utilizzare i fondi europei attraverso progetti scolastici di rilancio dello sport nelle scuole.
Un euro speso BENE in prevenzione in sport e attività fisica per la salute fa risparmiare 3 euro di spese sanitarie: pertanto, dare centralità all’attività sportiva partendo dal sistema scolastico è un investimento per lo Stato anche in termini economici.
Proposte in tema di “Ambiente e futuro green”
La ripresa economica non può che passare dal concetto di sviluppo sostenibile.
Nelle condizioni di difficoltà della nostra economia gli interventi di mitigazione del clima devono privilegiare l’innovazione tecnologica e i progetti di ricerca sulla transizione a nuove fonti (idrogeno) o nei sistemi di stoccaggio (batterie) o cattura della CO2. Si dovrebbero evitare misure di tassazione lineare che si traducono in maggiori costi per le imprese che, al tempo stesso, ne scoraggerebbero gli investimenti ambientali.
La priorità assoluta rispetto agli investimenti green va al settore dei trasporti. L’intervento più green è quello di uno sviluppo massiccio del trasporto pubblico su ferro. Il completamento dell’AV -tratta nord/sud; upgrading delle tratte esistenti, completamento delle dorsali tirrenica ed adriatica- si deve accompagnare ad una strategia di miglioramento del trasporto su ferro regionale e di sviluppo, per tutte le grandi città delle Metro o dei filobus.
Nella generazione di energia, ancora prima di ulteriori incentivi alle rinnovabili, viene l’esigenza di realizzare, finalmente, gli investimenti già decisi sulla base della passata politica di incentivi, che sono fermi (per circa un terzo degli investimenti previsti) per ragioni autorizzative o conflitti locali. Su questo è mancata un’azione propulsiva e risolutrice del MABT.
Va fatta una decisa svolta in direzione dell’estensione degli usi elettrici nella mobilità pubblica e privata su gomma. Va evitata la tentazione di trasferire sulla mobilità elettrica la tassazione esistente attualmente sui mezzi da sostituire (benzina, diesel, Gpl) e i costi del maggior consumo di elettricità.
L’efficientamento energetico e la riduzione delle emissioni di CO2 avrebbero una spinta significativa da un progetto nazionale di ammodernamento, riqualificazione e ristrutturazione degli edifici della pubblica amministrazione, oltre che di quelli privati (ecobonus).
Col criterio dei trasporti su ferro e delle ristrutturazioni degli edifici pubblici andrebbe data priorità a un piano di recupero ambientale. Si potrebbe selezionare un elenco di siti strategici in cinque campi (aree portuali, di bonifica, di riassetto idrogeologico, ciclo dei rifiuti o aree da mettere in sicurezza per il riutilizzo produttivo) e selezionare metodologie progettuali, di appalto, di gestione e di coordinamento delle risorse finanziarie, oltre i fondi del RF, per la velocizzazione. L’uso attento dello strumento del Commissariamento e (anche qui) del credito d’imposta può realizzare una sinergia non conflittuale tra pubblico e privato, Stato e Regioni, enti pubblici nazionali e regionali, sul modello del Ponte San Giorgio a Genova.
Proposte in tema di “Cultura”
Un primo importante segnale per sovvenire alla situazione drammatica che colpisce nuovamente un settore che da anni è già ordinariamente in difficoltà finanziarie nel nostro paese è stato dato dal Governo col cosiddetto decreto legge “Ristori” che però non risulta omogeneo nel destinare le risorse in gran parte drenate dalla voce turismo.
Occorre fare di più e meglio di quanto previsto dal decreto, assicurando effettivi ristori ai lavoratori del mondo della cultura, in modo particolare a quelli poco visibili perché collaboratori occasionali, pagati in nero o con ritenute d’acconto, aiutando a far emergere il sommerso.
Nel campo dell’arte si può guardare opportunamente per i giovani artisti al modello che ci offre la Germania, il “Culture New Start”, che ha il triplice obiettivo di sovvenzionare, rilanciare la produzione artistica nazionale, arricchire il patrimonio pubblico con nuove acquisizioni. Il progetto prevede l’acquisto di opere d’arte in gallerie e studi d’artisti, senza superare i ventimila euro: un modo per supportare il maggior numero possibile di artisti e galleristi.
Inoltre, va tutelata la fitta rete di artigiani che ruota intorno alla produzione artistica, che al momento è ferma. Fonditori, stampatori, incisori, fabbricanti di telai, corniciai meritano forme di sostegno economico, agevolazioni fiscali, tagli sulle tasse e sull’IVA. Dobbiamo rispondere all’appello di Mimmo Paladino: ignorare questo tema significa colpire al cuore la stessa precondizione materiale per la realizzazione dell’arte.
Occorre mostrare più coraggio e, seguendo l’esempio offerto da musica e cinema, incoraggiare gli editori a mettere a disposizione la possibilità di leggere edizioni digitali di quotidiani, riviste e libri con un abbonamento dal prezzo contenuto, che per la sua convenienza aiuti anche a contrastare il fenomeno della pirateria digitale. Questa crisi è l’occasione per fare un passo avanti in questa direzione, vincendo le resistenze, anche attraverso risorse che in questo momento lo Stato può mettere a disposizione per superare la condizione critica in cui versa l’editoria.
Una specifica sui festival e i concerti: i biglietti d’ingresso negli eventi, qualsiasi essi siano, a livello contabile e fiscale diventano un corrispettivo il giorno della manifestazione. Pertanto, il calcolo dei ristori sul mese di aprile taglia fuori il 90% del mondo dei concerti, festival e rassegne che tipicamente si svolgono nei mesi estivi. Un esempio: un evento che genera 1 milione di fatturato, che tipicamente si svolge in aprile, con il DL ristori prende 600.000€ a fondo perduto. Uno che si svolge il 1 maggio, 6.000€.
Per quanto concerne il DL ristori, sarebbe opportuno per determinate categorie, purtroppo non censibili attraverso codici ateco, predisporre un ristoro da calcolare sulla diminuzione del fatturato del 2020 rispetto al 2019. Tutto questo, unito alle tempistiche del fondo unico del MIBACT e all’impossibilità di accedere al FUS per la maggior parte delle imprese del settore eventi, ci porta a chiedere un nuovo fondo unico, annuale e strutturale, per la musica leggera, che utilizzi come metro di giudizio dei valori quali: inclusione, responsabilità sociale delle imprese, tutela dei giovani talenti emergenti. E nel caso specifico dei festival, l’adeguamento dell’IVA al 10% anche sugli acquisti. Ad oggi i festival, a differenza dei concerti, acquistano tutto con IVA al 22% e incassano i biglietti d’ingresso al 10%.
Gli operatori chiedono inoltre, per i prossimi anni, di strutturare un protocollo di partecipazione attraverso l’utilizzo dei tamponi in sicurezza.